L'opinione di Loris Palmerini
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14 Giugno 2008

La regione lombardia si dichiara autonoma, ma la corte costituzionale va in senso contrario.

Attualità e storia del Popolo Veneto, Giustizia, Politica 0

lombardia.jpeg

Qualcuno forse ricorda quando Formigoni, appena insediato in questo ultimo mandato a presidente della Regione Lombardia, giurò fedeltà al popolo lombardo.

Per alcuni fu solo una mossa propagandistica in una regione ad alto contenuto leghista.

Eppure poteva anche essere una mossa eversiva dell’ordinamento dato che un rappresentante di un pezzo dello Stato, ossia di una regione, giurava fedeltà ad un popolo non riconosciuto, in violazione della costituzione dello Stato.

Tuttavia nessuno se ne preoccupò, nemmeno la magistratura.
Poi però c’è stato il tentativo nel Consiglio Regionale di riconoscere nel nuovo statuto il “popolo lombardo” e pure la sua festa “nazionale” il 7 di aprile, perché quel giorno nel 1167 fu fondata a Pontida la lega Lombarda contro l’Imperatore.

Ora questo statuto è pubblicato, ma della carica eversiva o secessionista non è rimasto nulla, era solo per le elezioni. Tutto sparito riguardo al popolo lombardo, non è nemmeno definita la festa.

E’ rimasto solo il fatto che nel nuovo statuto la regione Lombardia si è auto proclamata autonoma, mettendo all’articolo 1 questo testo : “La Lombardia è Regione autonoma della Repubblica italiana in armonia con la Costituzione e secondo principi dello Statuto”.

I leghisti si sono sbracciati di felicità, non sapendo che la corte costituzionale ha già bocciato un tentativo più temerario fatto della regione sardegna, e confindanandolo nella pura fantasia istituzionale. Vediamo perché.

Fatemi però notare che se, per assurdo, l’articolo 1 dello Statuto lombardo venisse convalidato e questa auto proclamazione avesse valore legale (ovviamente se e quando non sarà appellato dal governo), allora si sarebbe nel grave imbarazzo di spiegare come mai la regione veneta è già autonoma fin dal 1971 e nessuno se ne è accorto; infatti l’articolo 1 dello statuto della regione veneta, ripeto, del 1971 dice “Articolo 1 Il Veneto è Regione autonoma, nell’unità della Repubblica italiana”, ossia , tanto per non cambiare, i lombardi hanno copiato dai veneti .

Qui abbiamo un problema, per il centro destra, perché o il nuovo statuto della Lombardia è un esempio puro di demagogia realizzato (dal Centro Destra) in quanto non serve a nulla, oppure da 15 anni il centro destra governa una regione autonoma, il veneto, e non ha mai esercitato né realizzato nemmeno il barlume di autonomia.

Invece io credo che sia semplice fantasia istituzionale. Ho più volte espressa il fatto che i cosiddetti “governatori” sono solo, legalmente, dei burattini di uno stato centrale che servono solo a far teatro per nascondere l’inesistenza del regionalismo effettivo. Ma forse è successo che i burattini, subendo l’ubriacatura da potere, hanno creduto alla messa in scena, e creduto di essere effettivamente dei piccoli principi di micro stati . Ma non è così.

Sono anni ed anni che sostengo che le regioni sono solo dei pezzi periferici dello Stato, e non rappresentano alcun popolo. Per cui, sostengo che la regione veneto non rappresenta i veneti, ma solo i residenti italiani della regione, e infatti da essi viene eletta. E poi che dire dei veneti della regione Friuli Venezia Giulia e nella lombardia veneta ? Non contano?

Il fatto è che solo il popolo veneto, per mezzo di proprie istituzioni, ha diritto di nominare i propri rappresentanti, con le proprie regole, e farsi il proprio stato indipendentemente dall’ordinamento dello Stato Italiano, perché in quanto popolo sovrano ne hanno il diritto.

Purtroppo ho faticato molto a spiegare questi concetti, spesso senza risultati. Finalmente queste ovvietà sono stati riconosciute dalla Corte Costituzionale, la quale ha sentenziato che la regione sarda non può rappresentare il popolo sardo ed esercitare le prerogative del popolo sardo, in quanto la regione è solo un ente periferico e strumentale dello stato e ne fa parte integrante nei limiti della costituzione.

Figuriamoci se la regione sardegna può darsi la sovranità da sola.

Figuriamoci, aggiungo io, se la regione lombardia può darsi l’autonomia da sola prevaricando la costituzione.

Per ripercorrere la storia, nel 2006 la Regione Sardegna, con propria legge regionale, aveva istituito la una assemblea costituente del Popolo Sardo per esercitare la sovranità del popolo sardo e fare un nuovo statuto. La cosa era ambigua e poteva aprire alla creazione di un nuovo stato. Però il popolo sardo era già riconosciuto dallo statuto del 1946, pre-repubblicano.

Forte di questa sovranità del popolo sardo, il consiglio regionale ha pensato di rappresentarlo e di fare una costituente, salvo poi fare uno statuto senza la stessa consulta costituente prima creata.

Ma a togliere ogni speranza alla “regione”, è intervenuta la Corte Costituzionale, chiamata a decidere da un ricorso del governo di Roma.

E la corte costituzionale ha sancito, appunto, che le regioni sono autonome solo nello “spazio lasciato dall’ordinamento repubblicano alle scelte proprie delle diverse Regioni”.

La Corte ha anche ribadito che pure nelle recenti modifiche della costituzione e nella legge del 2001 per il rifacimento degli statuti NON “ puo’ essere individuata una innovazione tale da equiparare pienamente tra loro i diversi soggetti istituzionali che pure tutti compongono l’ordinamento repubblicano” e ha riaffermato la “condizione giuridica di fondo dello Stato, delle Regioni e degli enti territoriali “, richiamando perfino una sentenza del 2003.

Questa sentenza è del dicembre 2007; eppure, sorda a tutto, la regione lombardia ha voluto ugualmente fare questo statuto inutile che ha ingenerato false speranze. Anche molti siti indipendentisti ci hanno creduto.

Ma allora, se è evidente che la regione lombardia non otterrà nulla con il nuovo statuto, perché lo hanno fatto?

Comunque, dalla sentenza costituzionale derivano anche alcuni corollari che sono molto importanti .

Per esempio perdono del tutto fondamento i progetti politici di cambiamento da dentro le istituzioni, tramite referendum interni. Mi riferisco per esempio a quei progetti di partiti e partitini politici che pensano di prendere la regione per poi fare un referendum che porti alla indipendenza: è una cosa che era ovviamente impossibile e che ora è perfino sancita come incostituzionale dalla sentenza della Corte Costituzionale.

C’è perfino chi pensa di fare la stessa cosa dall’interno di un semplice comune.

Invece no, perché basterebbe infatti una sentenzina della Corte per bocciare l’eccesso di potere o l”esorbitare” dalle funzioni per bocciare ogni azione intrapresa dalla regione o dal comune sulla base del referendum. Perché sono enti dello stato, e non rappresentano alcun popolo.

Insomma, gli statuti, regionali o comunali, che invocano funzioni non delegate dallo stato, sono semplicemente invalidi e incostituzionali. Fine. Inutile pensare di superare questo ostacolo.

Intendiamoci, magari il referendum si potrebbe anche fare, salvo far votare tutti i residenti e non gli appartenenti al popolo come i veneti o i sardi. Ma poi non ci si potrebbe far nulla col risultato referendario, se non invocare altri voti alle elezioni contro lo stato cattivo, senza mai cambiare nulla. Insoma un gioco per le poltrone senza poter mai arrivare al risultato. Demagogia.

Però, la Corte Costituzionale è stata attenta a non negare il diritto del popolo sardo o di quello veneto al proprio stato, e non potrebbe affermarlo perché sarebbe contrario alle leggi internazionali, finendo lei stessa in corte internazionale.

Insomma, i popoli come il veneto e il sardo, se vogliono l’indipendenza, devono raggiungerla pensando ed esercitando il proprio autogoverno effettivo come iniziato a fare da noi veneti nel 1999.

E di fatto solo i rappresentanti in autogoverno dei popoli possono rappresentare legalmente la loro indipendenza e rivendicarla. Non certo gli amministratori delle regioni chiamati “governatori” o il loro consiglio di amministrazione chiamato “consiglio regionale”. Semmai alle regioni spetta l’obbligo, per conto dello Stato, di riconoscere questi autogoverni.

E poi, dato che la lombardia non fu chiamata a votare per il plebiscito del 1866, nessun ente italiano può decidere per i lombardi così come per i veneti, ed in ogni caso nulla potrà mai dare al popolo lombardo il diritto di annettere i territori veneti di Bergamo, Brescia e Crema.

Quanti anni sprecati dai veneti per non capire che l’autogoverno del popolo veneto è l’unica via.

Quanti anni sprecati dai consiglieri pensando alla secessione dall’interno.

Speriamo di non scoprire che abbiamo sprecato anche molti anni di autonomia per l’insipienza di qualche governatorone.

Nuovo Statuto della Regione Lombardia

Sentenza della Corte Costituzionale

Abrogazione della consulta sarda da parte della stessa regione

Leggi Approvate Sardegna

Il cittadini del popolo veneto si rivolgono a Strasburgo: liberateci dall’Italia razzista. La grande strategia di Berlusconi per annientare la sinistra: realizzare il loro programma.

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